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Da un punto di vista psico-pedagogico, le attività sportive, agonistiche e non, si suddividono in tre macro-aree (o fasce) attitudinali, ognuna delle quali presenta particolarità di rilevo:

  1. Sport di Squadra, dove l’atleta partecipa insieme ad altri atleti verso il fine comune;
  2. Sport Individuali, con e senza Avversari Diretti, in cui l’atleta nel primo caso gareggia contro limiti non “umani”, ovvero la sua prestazione non prevede il contatto diretto con avversari mentre nel secondo gareggia “contro” un altro atleta;
  3. Sport Estremi, quando l’atleta cerca forti emozioni, spesso in contatto con la natura, e con elevato desiderio di provare “cose nuove”;
  4. Sport di Combattimento, dove l’atleta lotta o combatte fisicamente e con contatto con un altro atleta;
  5. Sport di Lifestyle, quando non c’è desiderio di competizione, ma l’attività fisica è ricercata come strumento per raggiungere il benessere psico-fisico;
  6. Sport Mentali, come bridge e Scacchi, in cui l’attività fisica non è uno strumento necessario per competere;
  7. Sport Aerei, in cui l’atleta per competere, utilizza mezzi per sollevarlo dal suolo;
  8. Sport Mediati da Animali, quando l’atleta partecipa ad una gara con la compartecipazione di un animale.

Queste caratteristiche determinano un approccio attitudinale all’orientamento sportivo, ovvero al tipo di attività sportiva più adeguata per il giovane atleta.

La congruenza tra il profilo psicologico dell’atleta e il profilo attitudinale della fascia rappresenta un indicatore di soddisfazione e successo (ferme restando le abilità fisiche) in quello sport.

La ricerca deve concentrarsi sulle caratteristiche individuali predisponenti uno di questi ambiti. Vediamone dunque le caratteristiche specifiche e proviamo a fare un ipotesi di orientamento.

Sport di Squadra.

  • Interattivi, sport di squadra puri (calcio, pallavolo, ecc.);
  • Indiretti, quando la squadra raggiunge un obiettivo come somma di punteggi/prestazione dei singoli (staffette, ecc.)

Sport Individuali

Senza Avversari Diretti.

  • Risultato oggettivo, nei quali la vittoria si determina attraverso un conteggio, come il numero di tiri a segno, il tempo cronometrato, ecc. (tiro, corsa, ecc.);
  • Risultato soggettivo, quando l’esito è determinato da altri soggetti, come arbitri e giudici (ginnastica, ecc.).

Con Avversari Diretti.

  • Paralleli, quando gli atleti gareggiano fianco a fianco:
    • Mediati, in cui gli atleti utilizzano uno strumento di gara (scherma, tennis, ecc.);
    • Contatto, in cui c’è un’effettiva e diretta interazione tra i concorrenti (boxe, lotta, ecc.).
  • Sequenziali, gli atleti in competizione gareggiano in sequenza, uno dopo l’altro (salto in alto, tiro al volo, ecc.).

Metodo.

L’orientamento sportivo dunque si prefigge di far incontrare lo sport giusto al ragazzo giusto quando quest’ultimo non è sicuro o è indeciso sull’attività sportiva da intraprendere. E’ ovvio che non dobbiamo né possiamo obbligare i ragazzi a praticare sport, anche se altamente consigliato sia per motivi fisiologici (mantenimento e sviluppo della massa muscolare, equilibrio, ecc.) che psicologici (socializzazione, accettazione delle regole, autostima, ecc.).

Quindi, individuate le caratteristiche attitudinali degli sport, ovvero associando le categorie sopra indicate ad ognuno degli sport praticabili, con un’indagine della personalità del ragazzo potremmo verificare quale/quali di questi sport potrebbe/potrebbero incontrare le caratteristiche caratteriali e personali dei ragazzi.

Per raggiungere questo obiettivo, la ricerca deve orientarsi e utilizzare le seguenti metodologie di ricerca:

  • Descrittivo: sottoporre atleti professionisti e semi-professionisti a batterie di test di personalità e utilizzare i risultati per analisi fattoriale al fine di rintracciare le eventuali (sperate!) caratteristiche comuni e dirimenti per ogni fascia.
  • Inferenziale: definire “teoricamente” quali sono le caratteristiche sociali, psicologiche, cognitive e di personalità delle varie fasce attitudinali e costruire un questionario che vada a verificare come – e se – vengono soddisfatte tali caratteristiche al fine dell’inquadramento.

Indagine su come viene scelto lo sport da praticare.

Ad oggi, senza una particolare formazione e consulenza, le famiglie avviano il figlio all’attività sportiva (quando lo fanno…) prendendo in considerazione dei parametri spesso in maniera assolutamente soggettiva: esperienza personale, sentito dire, disponibilità delle strutture, ecc.

Ecco un elenco, non esaustivo, delle argomentazioni che giustificano la scelta:

  • disponibilità della struttura nelle vicinanze del domicilio, posto di lavoro, ecc.;
  • conoscenza dei genitori di un certo sport (magari praticato in gioventù);
  • idea di percorso educativo (sport di squadra per socializzare, sport individuale per autostima, sport di lotta per fortificare, ecc.);
  • possibilità di carriera;
  • orari compatibili con altri impegni familiari/scolastici;
  • frequenza di amici/parenti;
  • caratteristiche psicologiche del giovane;
  • caratteristiche fisiche del giovane;
  • costi di frequenza e attrezzatura;
  • “fai quello che ti pare”…

Dunque le decisioni possono essere prese a partire da argomentazioni soggettive dei genitori, oppure da parametri economici e/o di disponibilità dell’accesso alla struttura. A volte si può valutare il desiderio del giovane e altre volte no. Può scaturire da una decisione presa all’interno di un percorso di crescita oppure viene determinato sulle prospettive di carriera.

Se così fosse, ma non abbiamo riscontri in senso contrario, la scelta dello sport da far praticare al figlio non è strutturata e risponde a decisioni che possono essere non approfondite e congruenti con le caratteristiche psicologiche del bambino. In fin dei conti, questo non è un problema “per definizione” ma potrebbe non essere compatibile con il desiderio di raggiungere risultati soddisfacenti.

Allenamento.

Nell’allenamento si ripresentano le stesse caratteristiche dell’attività sportiva esplicata durante la gara? L’atleta di uno sport individuale, si allena anche in modo individuale, oppure gli allenamenti non corrispondono con le caratteristiche dello sport durante la competizione?

Fonti.

Bibliografia.

  • Tassi F., Scegli il tuo sport. Strumenti psicologici per capire gli sport, per rispondere ai problemi di chi si avvicina allo sport. 1993, Sansoni.
  • AA.VV., Scegli il tuo sport. La prima guida pratica per individuare a colpo sicuro l’attività che meglio si adatta alle caratteristiche fisiche di ognuno di noi, 1972, Ed. Starbene.
  • Bergamaschi A., A tutto sport. Scegli la disciplina più adatta a tuo figlio, 2003, Proedi Editore.

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